Intervenire in Libia

Missione pericolosa

L’agenda europea per l’Immigrazione promette di, trasformare la missione “Triton” in “Mare Nostrum”, stabilendo un sistema di emergenza di quote in modo da ripartire fra tutti i paesi europei gli sventurati che arrivano vivi sulle nostre coste. Italia e Grecia, che già sono state oberate dai migranti, otterranno la possibilità di distribuire quelli in eccesso che hanno accolto. Questo sistema a leggerlo, così razionale, ha in realtà l’incognita della reazione dei paesi membri che al momento, quelli dell’est principalmente, si sono detti decisamente contrari. Poi, per carità, è possibile che la Commissione con il fieno e con la paglia riesca a far maturare una disposizione d’animo migliore ai suoi membri riluttanti, e quindi non vogliamo sembrare affetti da un pessimismo di maniera, cui pure, perdonateci, metodologicamente, a contrario della Commissione, non ignoriamo mai. È molto più interessante invece l’insolita apparizione di un “comitato militare dell’Ue” che avrebbe predisposto una struttura volta a coordinerà l’azione antiscafisti in Libia, sempre, anche in questo caso, venga ottenuto, il via libera dell’Onu. Via libera che l’Unione europea sembrerebbe dare per scontato, cosa che a noi non sembra affatto, viste anche le relazioni non ottimali con la Russia. In ogni caso alla bozza che sarà presentata lunedì prossimo ai ministri degli Esteri Ue, leggiamo che si tratterebbe di “cattura e/o distruzione delle strutture che consentono il contrabbando, nelle acque libiche, all’ancora, attraccate o a terra”. Quindi, questo comitato militare dovrebbe divenire lo strumento operativo per colpire al cuore i trafficanti. Si è fatto persino il nome di un italiano a cui affidare il comando. La missione avrà “un mandato esecutivo” e “potrebbe essere militare e congiunta (navale e aerea)”. In poche parole, siamo pronti a salpare. Obiettivi da distruggere: barche, depositi di carburante, strutture di attracco. Poi ci si affida alla deterrenza: con le navi da guerra puntate sulle sponde della Libia, qualcuno potrebbe desistere. Evidentemente al vertice che ha messo a punto tutto questo vasto programma non hanno fatto caso a cosa sia successo ad una nave mercantile turca che aveva incrociato le acque di Tobruk. Basta cercare le immagini sul web. Guardatele bene, perché è quello a cui stiamo per andare incontro, sempre che all’Onu, ascoltata con attenzione Federica Mogherini che perora la causa europea, non si decida di bloccare tutto.

Roma, 13 Maggio 2015